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Mohammed Almajdalawi racconta a Fanpage.it come gli studenti sfollati della Striscia hanno ricominciato a seguire le lezioni online grazie al progetto degli alberi della rete dell’ong italiana ACS: “Abbiamo messo su un sistema di apprendimento elettronico, con connessioni online, e installando tende scolastiche nei campi, dove i bambini possono seguire le lezioni tutti insieme”:

"La guerra è ormai entrata nel suo secondo anno, sono più di dodici mesi che i nostri figli non possono andare a scuola, che sono obbligati a sfollamenti continui, che vivono senza casa, costretti a fare la fila per un pezzo di pane, per un bicchiere d’acqua o del cibo confezionato", racconta a Fanpage.it Mohammed Almajdalawi, volontario gazawi dell’ong italiana ACS e padre di quattro figli. "Con altri volontari di ACS abbiamo pensato di provare a far seguire ai bambini sfollati la scuola a distanza. Abbiamo messo su un sistema di apprendimento elettronico, con connessioni online, e installando tende scolastiche nei campi, dove i bambini possono seguire le lezioni tutti insieme".

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La ong Acs Italia ha creato hotspot rudimentali nella Striscia. Ma sono le relazioni umane a permettere il funzionamento

«La cosa più forte sono i legami umani. Il nostro è un movimento che va dal basso verso il basso e l’obiettivo è di riuscire a mantenere un canale di comunicazione tra le persone, tenere in piedi almeno una briciola di rete sociale che mantenga le comunità coese. Che permetta di sapere, conoscere. Qual è l’ordine di sgombero? Da dove arriveranno oggi le bombe? La mia vicina, mia sorella, sono ancora vive?». Manolo Luppichini, videomaker, regista, con decenni di attivismo (e mediattivismo, come si sarebbe detto nei primi 2000) alle spalle, è una delle anime di Gazaweb. Il progetto della ong Acs Italia che ha dato vita agli Alberi della rete, hotspot rudimentali che hanno permesso di riportare la connessione internet in alcune zone della Striscia. «La nostra è solo una goccia in mezzo al mare, una toppa» continua Luppichini, «e non può essere la soluzione al problema». Dopo i primi bombardamenti israeliani su Gaza e i primi blackout, la connessione è stata una delle prime cose a sparire.

Il modo trovato da questo gruppo di “nerd attempati” come li definisce lo stesso Luppichini, è semplice, ma efficace. Pali su cui vengono issati dei secchielli contenenti smartphone e powerbank alimentate con pannelli solari e delle e-sim. Ogni “albero” diventa così un hotspot che permette a decine di gazawi di collegarsi. «Il nostro è stato un riflesso quasi istantaneo. Acs non riusciva a parlare con nessuno dei palestinesi con cui lavora da oltre 20 anni all’interno della Striscia. Ci siamo resi subito conto che internet era il problema».

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All'interno di un ciclo di 3 appuntamenti, si svolgerà l'incontro "Tecnologie del potere e tecnologie conviviali. Non dipende (solo) da te"

Israele ha utilizzato gli algoritmi cosiddetti di Intelligenza Artificiale per selezionare e localizzare le persone da colpire deresponsabilizzando le scelte degli umani. Quali sono le relazioni tra l'apparato militare e l'industria del digitale?
E' possibile utilizzare le tecnologie digitali delle Big tech per fini diversi da quelli per cui sono state progettate?
Esistono tecnologie conviviali progettate per un uso sociale e comunitario?

Parliamo di Lavender e degli alberi della rete a Gaza con Dario Guarascio, docente di Economia e Diritto presso l’Università degli Studi La Sapienza di Roma, Manolo Lupichini e Graffio

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